martedì 27 aprile 2010

Temiamo la 'troppa' informazione? Costruiamoci la nostra agenda-setting.

Lsdi (Libertà di Stampa Diritto all'Informazione) è il blog curato da un gruppo di esperti del mondo dell'informazione, che a vario titolo contribuiscono all'analisi e alla riflessione su quei temi che il giornalismo contemporaneo ha più a cuore.
In riferimento alla lezione del prof. Alfonso del 23 aprile è interessante il dibattito tra Andreas Kluth, Sabine Blanc, giornalisti e blogger francesi, e Divina Frau-Meigs, sociologa dei media e docente alla Sorbona.
Il primo a parlare è Kluth. In un articolo su Owni.fr dichiara di essere meglio informato oggi di quanto non lo sia mai stato. Kluth non trae le sue notizie dai tradizionali canali di
informazione, ma ha scelto le sue fonti autonomamente tra blog, siti universitari, conferenze; non sono quindi i giornalisti a tenerlo meglio informato di prima, ma, come afferma:"un pool di redattori che ho scelto io come lettore e che quindi ritengo qualificati". In questo senso non esiste una crisi dei media, ma "stiamo entrando in un secondo Rinascimento".

Certo. Il blogger francese non è un lettore qualsiasi. Non è da tutti saper costruire il proprio aggregatore RSS. Si può anche dire che non esiste una crisi dei media, ma non si può dimenticare che la popolazione degli internauti non è composta solo da esperti con le conoscenze e la padronanza dei mezzi che ha Kluth, incalza Sabine Blanc.

Rincara la dose la voce accademica di Divina Frau-Meigs che non manca di sottolineare il divario tra 'info-precari' ed 'info-ricchi'. La soluzione alla frattura digitale non è risolvibile con la free press. L'informazione liberamente diffusa è "impoverita, sceletrica e a lungo termine inutilizzabile".

La vera crisi, continua Frau-Meigs, non è dei media, è piuttosto della professione giornalistica. Professione che sta repentinamente e definitivamente cambiando connotati. Il web 2.0 è in procinto di soppiantare le attività tradizionalmente legate alla carta stampata: in primis abbassando i costi di produzione e di diffusione.
Questo non significa che si può stare a guardare una crisi ineluttabile. Il giornalista, al contrario, deve riconquistare la propria funzione sociale: se non altro per tutti coloro che dipendono da poche fonti di informazione, per gli 'info-precari'. La democrazia passa anche da loro. Le piattaforme di informazione cambiano e si evolvono, ma non i bisongi cognitivi dei lettori: sorveglianza del contesto, trattamento dei fatti, risoluzione dei problemi. Sta sempre al giornalista il compito di soddisfarli.

Continua la sociologa francese: "anche se potenzialmente tutti possono essere giornalisti, e contribuire all'informazione sui siti online, i blog, ecc., la maggior parte dei cittadini non hanno semplicemente il tempo di fare questo lavoro di guardia, di connessione dei dati, di approfondimento e di inchiesta che caratterizza la professione nelle sue espressioni più nobili".

E' bene che ciascuno condivida online le sue opinioni, ma dopo aver attinto ad una solida informazione giornalistica.

Fonte: Lsdi

Nessun commento:

Posta un commento