lunedì 5 luglio 2010

Cambiamenti in vista per RepubblicaParma.it

RepubblicaParma.it rischia la chiusura e il trasferimento della redazione a Bologna. Il presidente dell'Associazione della stampa Emilia Romagna (Aser), Camillo Galba, si è rivolto alla Fnsi perchè si interessi del caso e cerchi un accordo con il Gruppo Espresso.

L'attività dell'unico giornale locale unicamente sul web era iniziato due anni fa con i migliori auspici. Dall'avvento di Internet il giornalismo è cambiato, sempre più spesso ormai l'informazione passa prima dalla rete e solo il giorno dopo trova spazio sulla carta stampata. L'attualità, l'aggiornamento in tempo reale, l'interattività, la multimedialità sono le caratteristiche del nuovo giornalismo online e una testata che voglia stare al passo coi tempi, come laRepubblica, non può averlo dimenticato.

Il Comitato di redazione del giornale ha , infatti, chiarito la questione: "l'esperienza di Repubblica-Parma sul web prosegue regolarmente, seppur con diverse modalità operative". Il portale non verrà chiuso , dunque, ma sarà trasferita a Bologna la gestione delle pagine web: la supervisione resterà ai giornalisti di Parma.
Questo potrebbe tranquillizzare gli utenti del sito che continueranno ad avere gli aggiornamenti sulla loro città, ma non i giornalisti. Che ne sarà dei loro contratti e promesse di contratti?

I contratti sono stati confermati a tutti i giornalisti, dice il Cdr, e saranno pagate le spese di produzione delle notizie ai collaboratori; nel frattempo "si sta studiando un percorso futuro di stabilizzazione secondo le norme del Contratto Nazionale" e lo stesso Cdr si impegna ad avviare al più presto un confronto con l'azienda.
Sul sito di Repubblica-Parma non si fa nemmeno menzione dell'accaduto. "L'Aser - ha dichiarato il presidente Camillo Galba - e' al fianco dei colleghi che per due anni hanno dato l'anima per pochi euro al mese e degli abusivi dietro la promessa di una regolarizzazione mai avvenuta".

martedì 29 giugno 2010

UNA LUCE NELLA NOTTE

Accendila con noi


martedì 13 luglio 2010
ore 21.00
Sorbolo


Ho incontrato Te e
ogni cosa in me è cambiata.
Voglio stare insieme a Te
non lasciarti mai.
per saperne di più www.sentinelledelmattino.org

lunedì 28 giugno 2010

sabato 26 giugno 2010

sssh...

I problemi di Google non finiscono mai e aumentano i nemici. Anche il governo pakistano mette sotto accusa il sito, dopo che già Facebook e Youtube erano stati oscurati. Da ieri la magistratura pakistana indaga per verificare se da Google vengono pubblicati contenuti anti islamici o blasfemi, in tal caso provvederà a bloccare quel contenuto, ma sarà garantito l'accesso alla home (per il momento).
Dopo quest'altro caso, non voglio entrare nel merito del difficile rapporto tra islam e cristianesimo, ma una cosa non posso fare a meno di notarla: i musulmani tengono a difendere la loro religione. I cristiani, no.
Nei paesi cristiani non vengono censurati contenuti anti-cristiani sia che provengano dall'interno, sia dall'esterno. Non vengono censurati contenuti blasfemi, contenuti che rasentano la pornografia; non vengono censuarti gli insulti a chi questa religione rappresenta. Giusto (nei limiti previsti dalla legge). Per grazia di Dio viviamo in paesi liberi, o che almeno tali si dichiarano. E' retaggio della cultura cristiana tollerare, accettare, sopportare. Questo però non implica che dobbiamo subire e restare passivi a guardare una società che dimentica la sua identità, che confonde libertà e anarchia.

Sapete cosa viene censuarto nei paesi cristiani?
L'ultimo caso riguara Wikipedia (l'enciclopedia libera?) e Due Minuti per la Vita, associazione cattolica pro-life. Fondata a Torino nel 2008, L'Associazione ha la finalità di promuovere la preghiera in difesa della vita nascente, di sostenere e affermare la cultura della vita. In due anni di attività Due Minuti per la Vita ha già costruito la sua rete di simpatizzanti e aderenti all'iniziativa, si è già fatta conoscere con mezzi propri da singoli, da parrocchie, da congregazioni religiose, ha già acquisito, dunque, la notorietà nel suo campo di attività. Proprio quella notorietà che è uno dei requisiti richiesti da Wikipedia. All'inizio di giugno l'Associazione ha inserito una voce sull'Enciclopedia in cui indicava la sua storia, gli scopi e le attività. Dopo poche ore è iniziata una vera odissea della censura - dettagliatamente descritta sul blog dell'Associazione - che si è conclusa con la dichiarazione degli amministratori di Wikipedia che giustificano la rimozione della voce in quanto presenta " un contenuto palesemente non enciclopedico oppure promozionale". Due Minuti per la Vita decisamente non vende niente e non ha nemmeno bisogno di farsi pubblicità in questo modo.
Perché è stata censurata? E perché, invece, la finta pubblicità sociale inglese (vedi post Contro la vita) non lo è stata?

Sono sempre di più quelli a cui dà fastidio sentirsi dire la verità, quelli che hanno paura di prendersi delle responsabilità, quelli che non hanno il coraggio di fare due chiacchiere con la propria coscienza, quelli che gridano libertà e si dimenticano di quella degli altri. Allora tutto ciò che potrebbe mettere a repentaglio la dura corazza costruita intorno al cuore va, semplicemente, rimosso. Così non si rischia di pensare troppo.

giovedì 17 giugno 2010

Asca40

Ieri la quinta agenzia di stampa in Italia ha festeggiato a Roma i suoi 40 anni di attività. Nata alla fine del 1969 come Agenzia Stampa Cattolica Associata continua a proporsi sul panorama editoriale con la stessa forza di quarant'anni fa, quando riuscì ad imporsi nonostante gli "anni di piombo", con in più l'esperienza della sua storia e dei suoi professionisti.
Numerosi sono stati gli interventi, dall'editore Luigi Abete, al direttore Gianfranco Astori, che ricordano la linea editoriale dell'agenzia ancora oggi attuale, ma rinforzata dall'apertura alle nuove frontiere della comunicazione. Il web e le nuove tecnologie sono una grossa opportunità, vanno intesi come strumenti che moltiplicano le capacità di sviluppo mantenendo intatti i valori di servizio, di libertà, di attenzione al territorio (dalle realtà locali all'Unione Europea) e alla società solidale che hanno da sempre caratterizzato il lavoro dell'agenzia. Anche sul web la linea editoriale continua a basarsi sul dare un nome alle cose, sul dire la verità, sul sostegno al bene comune.
All'Asca arrivano anche i messaggi delle autorità. Il Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, si complimenta per il contributo dato "all'affermazione dei principi di libertà e pluralismo dell'informazione sanciti nella Costituzione". Il Presidente della Camera, Gianfranco Fini, ha sottolineato come il Gruppo Editoriale abbia " intuito le potenzialità e la fruibilità del mercato tecnologico e telematico delle notizie ed ha rafforzato la propria presenza sul web, garantendo ulteriormente la democraticità dell'informazione".
Il Segretario di Stato Vaticano, Cardinale Tarcisio Bertone, è lieto di ribadire la sua relazione pluriennale con l'agenzia e alcuni suoi operatori perchè "fin dall'inizio ha posto sempre l'accento sulla convergenza, la sinergia, la valorizzazione di giornalisti cattolici, per dare loro uno spazio nella comunicazione, nella società in mezzo alle altre agenzie [...]. Quindi uno spazio alla voce cattolica, una voce capace di interpretare gli avvenimenti, di presentare le persone, di comunicare messaggi positivi nella linea del Vangelo". Ancora il Cardinale Bertone elogia l'Asca per aver dato spazio ai giovani, per averli formati alla professione giornalistica e per averli saputi lanciare anche su altri network della comunicazione; questa è "una prospettiva che dobbiamo sempre tenere presente", soprattutto in un momento di crisi come quello che stiamo vivendo, è importante saper comunicare con la gente del nostro tempo, con i giovani, "in modo da orientare verso valori positivi, verso la grande emergenza educativa, che impegna a formare ai valori. Ai valori che sostengono l'esistenza, che danno senso alla vita, che danno senso anche alla propria professione e al proprio contributo al progetto sociale".
 

mercoledì 16 giugno 2010

Contro la vita

Per la prima volta nel Regno Unito, è andata in onda un’allusiva reclame abortista sulla rete televisiva Channel 4 promossa dalla potente lobby Marie Stopes International (MSI) e aggirando il divieto di pubblicità commerciale per le cliniche abortive. Il tutto mascherato da comunicazione sociale: se sei incinta e non sai cosa fare, noi ti possiamo aiutare. Non dicono però che la sola consultazione telefonica costa 80 sterline.
Marie Stopes (1880-1958) è stata una delle più deliranti figure nel campo dell’eugenetica del XX secolo. La Stopes ha invocato la sterilizzazione «dei soggetti totalmente inadeguati alla riproduzione», ha teorizzato il concetto di «purificazione della razza», è arrivata a diseredare il proprio figlio Harry per il fatto di aver sposato una donna miope, ovvero un «essere geneticamente difettoso». 
Vi rimando al link dell'articolo di Gianfranco Amato (non voglio abusare del copyright):
http://www.ilsussidiario.net/articolo.aspx?articolo=88423

esempio di intranet

Intranet

Intranet è un sito web. Come Internet usa il protocollo TCP/IP, consente la navigazione ipertestuale e la ricerca per argomenti. Diversamente da internet, una intranet ha un numero chiuso di utenti. Si tratta infatti di una rete privata realizzata entro i confini di una certa azienda per agevolare la comunicazione interna sia fra i dipendenti sia fra la direzione e i dipendenti.
Se non ci fosse intranet il personale verrebbe a conoscenza di ciò che riguarda l'organizzazione tramite le cosiddette voci di corridoio - un'azienda portrebbe anche avere dei dipendenti che lavorano da casa o che devono spostarsi di frequente - con il rischio che le notizie passando di bocca in bocca arrivino, ma cambino connotati o, peggio, non arrivino mai: un personale male informato è un personale che lavora male ed è insoddisfatto.
Perché un ente o un'azienda operino efficacemente è necessario che tutti i dipendenti ne condividano gli obiettivi. Nessun obiettivo, a breve o lungo termine, deve rimanere confinato alle riunioni. Tutti dovrebbero lavorare per obiettivi comuni.
Una Intranet è il mezzo ideale per risparmiare tempo e pubblicare informazioni utili a tutto il personale: politiche aziendali, rapporti settimanali, rubriche telefoniche, rassegna stampa...; consente anche di relaizzare servizi di chat e bacheche virtuali; supera il problema di trasmissione dei documenti da un dipendente all'altro tramite la posta elettronica perchè permette di lavorare su uno stesso documento in modo condiviso.
Nonostante queste innegabili utilità, Intranet resta sottoutilizzato.
Il design deve essere più funzionale e meno promozionale, la navigazione chiarissima, perché le informazioni sono molte di più e servono per lavorare, ma nella maggior parte dei casi l'interfaccia intranet risulta brutta e poco dinamica. In sintesi non è accattivante per i suoi utenti che le continuano a preferire internet. 
La gestione di queste reti è infatti affidata quasi soltanto a tecnici informatici e mancano delle figure professionali che li affianchino per sviluppare tutto il potenziale di intranet, non c'è chi gestisce le informazioni in diretta, chi modera i forum o le chat; manca una vera e propria redazione. Sbocco professionale aperto a chi ha il coraggio di rischiare.

lunedì 14 giugno 2010

La lotta politica è lotta linguistica.

Perché la destra vince sempre?
In Italia purtroppo non esistono studi specifici sulla comunicazione politica. Non si è capaci di spiegare perché "tutti votano a destra e tutti criticano la destra" e si continuano a cercare spiegazioni analizzando i programmi elettorali o accusando il sistema polarizzato dei media.
A fare chiarezza, già qualche anno fa, è stato un linguista americano, professore all'Università di Berkeley, George Lakoff. Il suo primo studio sulla comunicazione politica è stato pubblicato nel 2004 e nasce proprio dall'esigenza di spiegare i risultati elettorali statunitensi nettamente favorevoli ai conservatori. Le ragioni risiedono tutte nella abilità comunicativa: con una metafora potremmo dire che la comunicazione è come una guerra e come tale prevede una strategia, dei generali, degli abili strateghi e un esercito al loro comando (leader, esperti in comunicazione, staff...). I conservatori hanno compreso per primi il significato linguistico di questa lotta e  mentre i progressisti dibattevano su quale fosse il modo più giusto di pensare, i conservatori fondavano istituti di ricerca, giornali, televisioni, università, istituivano cattedre, scrivevano libri, creavano il massimo di opportunità di studio e di visibilità per i loro intellettuali.
Dietro ogni espressione linguistica è implicita una visione del mondo; un messaggio viene correttamente compreso solo se produce nel ricevente delle rappresentazioni mentali che corrispondono al suo universo cognitivo. Lakoff dice che la gente ragiona per frame, cioè per schemi cognitivi. Questo significa che nella comunicazione politica bisogna parlare per quadri di riferimento, con parole chiare e dirette che attivino nel ricevente il ricordo della sua visione del mondo. Di conseguenza l'errore più grande è quello di usare le stesse parole dell'avversario politico, di parlare continuamente di lui. Se ti dico: "non pensare al presidente del consiglio!" inevitabilmente nella tua mente apparirà l'immagine della sua faccia, risultato: stai pensando al presidente del consiglio. Non è sufficiente raccontare alla gente i fatti perché arrivino alle conclusioni giuste, "per essere accettata la verità deve rientrare nei frame mentali delle persone". Costruire frame consente al politico di nascondere delle verità sconvenienti e far risaltare i fatti più attraenti; in questo modo chiunque può vincere la guerra a prescindere dal fatto che le opinioni di cui si fa portatore siano effettivamente valide.
Nel suo discorso per la celebrazione del secondo mandato George Bush ha ripetuto circa 50 volte la parola libertà e sinonimi. L'uso incessante e ossessivo della stessa parola ha così consentito alla destra di appropriarsi di questo concetto per manipolarlo e riusarlo ad ogni evenienza.
L'arma vincente nella lotta politica è, dunque, quella di costruire per i propri interlocutori dei frame che identifichino inequivocabilmente quella precisa visione del mondo  e che essi possano far propri.
Con Obama i progressisti hanno preso coscienza del loro deficit comunicativo e hanno saputo recuperare. Il nuovo presidente, dice Lakoff, è un grande narratore, ha capito l'importanza del linguaggio e ha imparato ad inquadrare i concetti tenendo ben separati i suoi da quelli usati dalla Clinton per schiacciarlo. Il frame di Obama sta nel verbo credere inteso nelle sue accezioni di verità, fede e speranza; credere nella verità per il futuro. La reputazione dell'avversaria, al contrario, è quella di non dire quel che crede.



E in Italia?
Non c'è molta differenza. Lakoff risponde così a LaStampa: "Se i conservatori di Silvio Berlusconi hanno sbaragliato i progressisti è proprio perché sono riusciti ad imporre la loro cornice morale, definendola con parole standard e radicandola con un consistente impegno di risorse mentre la sinistra non ha anora neanche capito cosa deve fare. Continua ad opporsi a Berlusconi sposando singole battaglie politiche basate su ragionamenti molto complessi senza pensare neanche a proporre agli elettori un sistema morale alternativo. Il vantaggio del centrodestra è schiacciante e forse non è un caso che Berlusconi ha consulenti elettorali che risiedono in America".

Fonti: G. Lakoff, Non pensare all'elefante!, Fusi Orari, Roma, 2004; LaStampa.it

Accessibilità e trasparenza


 

sabato 12 giugno 2010

UNA LUCE NELLA NOTTE

Accendila con noi
 
Sabato 12 giugno ore 22:00
Chiesa di San Pietro
Piazza Garibaldi

Organizzata dai giovani per i giovani

La comunicazione oltre il giornalismo

Vorreste diventare giornalisti? E magari vorreste anche lavorare? Lasciate perdere: fate piuttosto i comunicatori. Parola del prof. Alfonso. Il giornalismo non è solo stampa, televisione o web, è anche comunicazione istituzionale.

Comunicazione istituzionale = la comunicazione che un'impresa privata o una pubblica amministrazione sviluppa per promuovere l'immagine di sé stessa, cioè la sua identità, ai propri pubblici di riferimento. Non vengono chiamati in causa i prodotti o i servizi disponibili perché riguardano il diverso ambito della comunicazione di marketing o di prodotto.

L'identità è l'insieme di: mission, valori, stile, cultura, storia, obiettivi, ma è anche il luogo fisico, la sede in cui opera l'istituzione; è, infine, il marchio (brand) in quanto manifestazione esteriore dell'identità.

Per pubblico si intende sia il cliente/utente sia il dipendente della stessa impresa, ma soprattutto l'opinione pubblica e i media. Sebbene oggi la comunicazione istituzionale sia attiva anche sul web con l'evidente vantaggio del rapporto diretto con il pubblico e con la possibilità di avere un riscontro immediato del proprio operato, resta fondamentale il lavoro di mediazione professionale.

Opinione pubblica = opinione prevalente ( che converge verso principi, decisioni, atteggiamenti comuni) in un gruppo di individui che si reputano rappresentativi di una certa popolazione.
Stakeholders = opinioni pubbliche settoriali, competenti e preparate, capaci di indirizzare le idee.

L'obiettivo della comunicazione è quello di delineare, modificare o rafforzare il posizionamento dell'istituzione dandone un'immagine di credibilità e fiducia per gli stakeholders e i media; deve, in sostanza, produrre un vantaggio.

Ma cosa si comunica? Oltre ovviamente la mission e i valori, si comunicano le attività di produzione, le attività di ricerca e sviluppo, gli investimenti, i risultati economici, le valutazioni percepite del servizio, il ruolo sociale e l'impegno per la salvaguardia dell'ambiente, gli eventi.

La comunicazione stessa è un valore aggiunto per ogni attività dell'istituzione e si realizza grazie a strutture e professionalità specifiche: l'ufficio per le relazioni con il pubblico, l'ufficio stampa, il portavoce (a cui è affidato il settore più specifico della comunicazione politica).

La comunicazione istituzionale si rivolge soprattutto alla stampa e può lanciare il suo messaggio attraverso comunicati stampa, articoli, interviste, inserti. Ma per ottenere il vantaggio ricercato bisogna anche conoscere il proprio interlocutore: i giornali e la loro attività. Per questo motivo spesso a dirigere l'ufficio stampa è un giornalista professionista che ha maturato una certa esperienza sul campo e ha instaurato dei buoni rapporti di collaborazione con i colleghi e sa come contattarli, conosce gli orari di lavoro dei giornali che gli interessano e quando vanno in stampa la sera.

Il comunicato stampa è il mezzo di collegamento più immediato e serve a veicolare informazioni, idee, progetti verso i media (0 agenzie di stampa o direttamente giornali o televisioni). Il comunicato stampa deve essere interessante per i lettori del giornale a cui è indirizzato, dunque va inviato solo a certe  redazioni e al momento giusto (non contemporaneamente ad eventi di maggiore rilevanza). Va redatto già in formato giornalistico con un titolo, una descrizione sintetica e corredato da eventuali interviste, dichiarazioni, fotografie; in questo modo si riducono i tempi di rielaborazione per il giornalista che lo riceve e aumentano le possibilità che venga pubblicato con la  tempestività e lo spazio desidertao dall'istituzione.

A questo punto che differenza c'è tra un giornalista e un comunicatore? Un comunicatore è un giornalista con  una committenza esplicita e palese e con il compito preciso di diffondere un messaggio di parte che produca un risultato evidente. Un giornalista è un informatore che, dove più, dove meno, deve tener conto di una commitenza mascherata fatta di direttori, editori, governi.


giovedì 20 maggio 2010

Dal copyright a "Google Ricerca Libri"


Copyright: è la legge sul diritto d'autore. Protegge dal plagio le opere creative letterarie, musicali, grafiche.  Ciò che si tutela non è l'idea in sé di fornire un certo servizio o di realizzare una certa opera, ma il modo in cui essa si esprime, la sua forma di attuazione tangibile.
Anche i programmi per computer sono considerati al pari delle opere creative e protetti dalla stessa legge; l’art. 1 prevede, infatti, che “Sono protette ai sensi di questa legge le opere dell’ingegno di carattere creativo (...) qualunque ne sia il modo o la forma di espressione”. Il sito internet può essere definito come un luogo “virtuale” all’interno della quale possono essere inseriti i contenuti più diversi: siti informativi, in cui sono presenti principalmente testi, siti illustrativi, in cui vengono presentate anche fotografie, siti commerciali o di altro tipo. L’imitazione servile di una pagina web da parte di un concorrente può configurare un’ipotesi di concorrenza sleale.
Titolare dei diritti sull’opera è l'autore che, pertanto, è l'unico ad avere il diritto esclusivo di riproduzione, di esecuzione e di diffusione del prodotto del suo ingegno. Può eventualmente cedere l'opera, in tutto o in parte, ad altri facendosi ricompensare per questo.
La legge distingue tra:
  • il diritto di utilizzazione economica che comprende il diritto alla riproduzione, alla modificazione, alla comunicazione al pubblico.  Questo diritto è valido per tutta la vita dell'autore e sino al termine del settantesimo anno solare dopo la sua morte. Tale durata è indipendente dal fatto che i diritti vengano esercitati o meno.
  • il diritto morale, cioè il diritto di rivendicare la paternità dell'opera, di opporsi a deformazioni e modificazioni, di ritiro dal commercio. E' un diritto che protegge la personalità dell'autore in quanto manifestata nella sua opera, di conseguenza si tratta di un diritto inalienabile e può essere esercitato dopo la morte dell'autore dai suoi discendenti senza limiti di tempo.
Per converso abbiamo il copyleft in cui tutti i diritti sono rivisti e corretti (all rights revised). Questo modello di gestione della proprietà intellettuale non nega il copyright nel suo significato morale, anzi su questo si basa. Il detentore del diritto d'autore proprio in virtù di questo diritto può scegliere di rendere la sua opera flessibile, cioè utilizzabile, modificabile, divulgabile da chiunque senza richiedere alcun pagamento.
Oggi il copyleft è diventata una vera e propria corrente di pensiero a cui fanno capo numerosi progetti. Tra i più famosi: Linux, OpenOffice, Wikipedia, Jamendo, flickr.
Nel giugno 2006 parte dalla Francia la prima denuncia per la violazione del copyright contro Google. Nel 2005 la multinazionale di Mountain View aveva avviato un progetto di immagazzinamento e diffusione di migliaia di libri di cui gli utenti avrebbero potuto fruire liberamente, "Google Ricerca Libri". La società, dopo aver pubblicato quanto riteneva opportuno, si impegnava a ritirare le opere delle case editrici contrarie al progetto. L'accusa del gruppo editoriale francese La Martiniere è di "contraffazione e attentato ai diritti della proprietà intellettuale" e chiede il risarcimento, oltre che per la pubblicazione illecita, per ciascun giorno di ritardo nel ritiro dei brani oggetto del contenzioso. Anche in Usa e Germania si sono verificati casi di questo tipo. 
Si grida all'attentato alla proprietà intellettuale. Gli autori, le menti creative, soffrono a causa della deturpazione del frutto del loro ingegno. E' evidente, però, che il problema è di carattere economico. Le case editrici vedono sfumare gli introiti della vendita dei loro libri. Non siamo molto lontani dai fatti più recenti che hanno al centro il tema della gratuità si/no dei giornali online e recentemente dibattuto al Salone del libro di Torino. Pagare o non pagare l'opera dell'ingegno di un giornalista? Pagare il copia/incolla o solo le grandi firme? In Italia temo che pagheremo il copia/incolla; conseguenza della logica sottesa al giornale online di pubblicare tutto e subito. Chi è disposto a pagare si troverà davanti sempre le flash news e solo se avrà tempo si inoltrerà nella lettura dell'articolo d'opinione o dell'approfondimento; i giornalisti di una certa levatura, insomma, continueranno a rimanere nella nicchia, continueranno ad essere seguiti dai fedelissimi del quotidiano cartaceo. Chi non è disposto a pagare che si accontenti del quotidiano!
Non finiscono qui le disgrazie del colosso americano. Sono serviti 125 milioni di dollari e la creazione di un Book Rights Registry perchè Google potesse siglare l'accordo con l'Authors Guild e l'Associazione Americana Editori. Google può così incrementare il suo archivio di e-books e ottiene l'esclusiva per la digitalizzazione delle opere orfane (soggette al copyright, ma prive di un preciso detentore di tale diritto). Autori ed editori, invece, otterranno compensi derivanti dagli accessi, dalle sottoscrizioni e dalle eventuali vendite del materiale digitale. Si tratta dello stesso espediente adottato dalla multinazionale per invogliare sempre più siti web, anche di privati, ad ospitare la pubblicità sulle loro pagine. Gli investitori pubblicitari pagano per inserire i loro prodotti tramite il servizio di AdWords, e i siti aderenti al servizio di AdSense guadagnano per ogni click sulla finestra pubblicitaria.
L'accordo per il progetto "Google Ricerca Libri" non è stato ben accolto dalle società antitrust. Il Dipartimento di Giustizia Usa indaga.

martedì 18 maggio 2010

"Scomparsa" RaiNews24

ROMA (Reuters) - La scomparsa del segnale del canale "all news" della Rai [RAI.UL] ha provocato oggi le proteste del sindacato dei giornalisti e dei partiti di opposizione, ma in tarda mattina l'azienda pubblica radio-tv ha poi precisato che RaiNews24 è stata trasferita su un altro e più potente multiplex per il digitale terrestre, e che per vederla di nuovo occorre risintonizzare il proprio decoder.
Nonostante le precisazioni della Rai, però, la polemica continua.  Il segretario del sindacato dei giornalisti di Roma ha annunciato che denuncerà la Rai per interruzione di servizio pubblico e i verdi preannunciano un ricorso alla Corte di giustizia Ue.
In un comunicato diffuso prima di mezzogiorno, la Rai ha detto di aver "colto l'occasione dello switch over in alcune aree del nord Italia per riaffermare e consolidare il ruolo centrale dell'informazione del servizio pubblico ed in particolare della testata Rai News... il canale in questione è stato ricollocato sul multiplex 1 ovvero sull'unico multiplex che consente di raggiungere il 99% della popolazione ".

Da Reuters: ultime su Google




"Ogni genere di governo  ha un qualche gruppo che è impegnato a tentar di capire cosa stiamo facendo perchè l'informazione è potere"
Parole di Eric Schmidt, amministratore delegato di Google. La società guadagna costantemente nuovi nemici tra i governi e le altre aziende tecnologiche a causa della sua attività "dirompente". Dopo la violazione del sistema di gestione password di Google ad opera di hacker impegnati nella lotta per i diritti umani cinesi e la conseguente chiusura del motore di ricerca da parte del governo di Pechino, dall'altra parte del mondo anche il Brasile ha presentato richiesta per la rimozione di migliai di contenuti seguito poco dopo dalla Germania.
Negli ultimi giorni le indagini su Google riguardano i dati intercettati da auto Street View. Ecco cos a dice la Reuters.
LONDRA (Reuters) - Google potrebbe essere oggetto delle indagini delle autorità tedesche e americane in seguito alla confessione dell'azienda di aver "involontariamente" raccolto delle informazioni sensibili inviate sulle reti wireless.
Lo scrive il Financial Times oggi. 
Google ha spiegato venerdì scorso che la sua flotta di auto, incaricata di fotografare le strade in giro per il mondo per alimentare il servizio Street View, ha raccolto per errore informazioni personali, che secondo un esperto di sicurezza informatica potrebbero includere messaggi mail e password. Peter Schaar, commissario tedesco per la protezione dei dati, ha detto che la spiegazione del colosso di Internet è stata "altamente insolita", richiedendo una "indagine dettagliata" sull'accaduto, scrive Ft.
"Una delle più grandi società al mondo, il leader del mercato di Internet, è semplicemente venuta meno alle normali regole", ha detto Schaar al giornale.
Citando anche persone che hanno parlato direttamente con i funzionari, il quotidiano sostiene che anche la Commissione Federale per il Commercio Usa sta pensando di aprire un'inchiesta a riguardo.
Google ha detto venerdì che si sarebbe messa in contatto con le autorità di regolamentazione di Stati Uniti, Germania, Francia, Brasile, Hong Kong e Cina, per stabilire come disfarsi dei dati che Google dichiara comunque di non aver mai utilizzato.

martedì 18 maggio 2010 11:21

giovedì 13 maggio 2010

Sulla lezione del Prof. Ferrandi

Poco personale, molto lavoro. Alta frequenza di aggiornamento, bassa qualità informativa. Ecco in sintesi le caratteristiche di una redazione di quotidiano online. Va da sè che con queste premesse è sempre più difficile riuscire a produrre una informazione di qualità distinguibile dai prefabbricati delle agenzie (l'inevitabile copia/incolla) ed è sempre più facile che si commettano grossi errori di giudizio e che non ci si accerti più della validità delle fonti. Il giornalista della carta stampata scrive per lo più la sera e ha a disposizione tutto il giorno, non solo per recuperare il suo materiale, ma anche per riflettere e comprendere gli eventi nel loro evolversi. Il giornalista del quotidiano online non ha un attimo di tregua: deve essere sempre all'erta, pronto e rapido nell'individuare, copiare e incollare l'ultimo flash; obiettivo: battere sul tempo la concorrenza. Si assomiglia più a degli automi che a dei giornalisti, è avvilente. Si perde così di vista il diritto ad una informazione completa e corretta in nome del businnes. E quel che è peggio il pubblico sembra essere d'accordo, è più interessato al "boxino morboso" che alla cronaca o alla politica ( a meno che non si tratti di cronaca rosa o dell'ultima trasgressione del politico di turno).
E' una situazione tipicamnete italiana quella in cui, per ottenere sempre maggiori investimenti pubbliciatri, si fa a gara per contare il più alto numenro di clik sul proprio sito, piuttosto che contare quanta gente si è realmente informata. Da quasta logica perversa escono solo alcuni giornali di nicchia, che se sopravvivvono non è certo grazie alla pubblicità (ad esempio i cosiddetti giornali di partito)  e quelli che si configurano soprattutto come strumenti di lavoro (giornali economici e finanziari in primis).
Diverse le realtà dei quotidiani nazionali in Europa e nel mondo. Per un elenco completo dei siti della stampa internazionale indicatici durante la lezione consiglio il resoconto sulla quarta lezione del blog  di alessandro giannotta.

martedì 11 maggio 2010

giovedì 6 maggio 2010

jump

Impegni improrogabili mi hanno costretta a saltare la lezione del 30 aprile. Per recuperare ho fatto un giro per i vari blog e ne ho trovato uno in cui è citato un quotidiano spagnolo: El Mundo.
Ormai è abbastanza chiaro a tutti che il Gruppo Espresso ha battuto sul tempo i suoi concorrenti italiani e ha rinnovato il sito del primo quotidiano italiano. Fra le novità nei servizi offerti da Repubblica.it risalta il quotidiano digitale: dal mese scorso è possibile leggere sul proprio desktop le pagine del giornale cartaceo come se lo avessimo tra le nostre mani. Basta un clik, ed ecco...si materializza il tuo giornale. Non incontrerà le simpatie di quanti amano sentire l'odore della carta appena stampata, ma questo servizio sembra essere un buon compromesso tra cartaceo e online, tra approfondimento e flash news, magari anche tra pagamento e gratuità.
Sempre in prima fila, ma col secondo tempo sulla griglia di partenza è il Corriere della Sera. Non ha ancora inaugurato il suo restyling, ma non manca molto: il periodico Oggi, anch'esso della RCS, proprio ieri ha presentato il sito restaurato. "Massima fruibilità, estrema facilità di navigazione, sinergia con la storica versione cartacea" scrive la Press area del gruppo.
In modo simile a Repubblica.it, lo spagnolo elmundo.es fornisce il quotidiano digitale (all'indirizzo quiosco.elmundo.orbyt.es/). In Spagna El mundo è il secondo giornale più letto dopo El Pais, ed elmundo.it è leader tra i quotidiani online.

La testata iberica è di proprietà della RCS Media Group.

Com'è possibile che in Italia il giornale dello stesso gruppo, identico nella realizzazione grafica e strutturale, fornisca un servizio in meno? Se il quotidiano digitale rappresenta per La Repubblica il nuovo, l'ultimo sviluppo tecnologico (e la possibiltà di incremento del fatturato) perchè proprio Il Corriere della Sera non si è dotato per primo di questo strumento? Forse la sperimentazione spagnola non ha portato abbastanza frutto?

martedì 27 aprile 2010

Da così...

 ...a così


19 aprile 2010. A Milano sono state presentate alla clientela pubblicitaria le novità digitali del Gruppo Espresso che riguardano il restyling grafico di tutti i suoi siti: una sostanziosa operazione di marketing.
La prima a cambiare è Repubblica.it.
La pagina diventa più snella per allinearsi ai maggiori giornali online internazionali. Tende ad adeguarsi al nuovo modo di raccontare le storie con audio, immagini e video oltre che parole. Si adegua soprattutto al nuovo modo di leggere dando priorità a titoli e sommari. E' sufficiente "guardare la homepage per capire dove va la giornata". Un linguaggio più immediato, dunque, per rispondere alle esigenze di velocità nel fornire la notizia e di velocità nel recuperarla.
Ma non si allenta il forte legame con il giornale cartaceo e con le sue firme che sul nuovo sito hanno una sezione dedicata.
Repubblica si fa sempre più moderna senza mai cambiare la linea editoriale; anzi rimanendo sempre fedele all'idea che ha mosso il giornale sin dalla nascita: vicino al lettore, al passo coi tempi.

Temiamo la 'troppa' informazione? Costruiamoci la nostra agenda-setting.

Lsdi (Libertà di Stampa Diritto all'Informazione) è il blog curato da un gruppo di esperti del mondo dell'informazione, che a vario titolo contribuiscono all'analisi e alla riflessione su quei temi che il giornalismo contemporaneo ha più a cuore.
In riferimento alla lezione del prof. Alfonso del 23 aprile è interessante il dibattito tra Andreas Kluth, Sabine Blanc, giornalisti e blogger francesi, e Divina Frau-Meigs, sociologa dei media e docente alla Sorbona.
Il primo a parlare è Kluth. In un articolo su Owni.fr dichiara di essere meglio informato oggi di quanto non lo sia mai stato. Kluth non trae le sue notizie dai tradizionali canali di

domenica 25 aprile 2010

Gruppo Editoriale L'Espresso

Società del gruppo CIR di Carlo De Benedetti. E' una delle maggiori aziende italiane nel settore dei media. Punto di forza è la carta stampata, ma da sempre fortemente orientata all'innovazione, offre i contenuti delle sue testate su tutte le piattaforme tecnologiche presenti sul mercato italiano; raggiunge così un ampio numero di fruitori divisi per fascia generazionale ed estrazione sociale.
Fanno parte del Gruppo Espresso:
  • il quotidiano nazionale "la Repubblica",
  • il settimanale "L'espresso",
  • i mensili "National Geographic Italia" e "Le Scienze",
  • diciassette quotidiani locali e altre testate,
  • tre radio (Radio DeeJay: giovani; Radio Capital: adulti; m2o: adolescenti),
  • una televisione nazionale (DeeJayTv),
  • Internet Company Kataweb SpA (sviluppo di prodotti editoriali per il web
Con la nascita, nel 1955, del settimanale "L'espresso" inizia la storia del Gruppo che vede come principale azionista Adriano Olivetti. IL 14 gennaio 1976 nasce il quotidiano "La

Carlo De Benedetti

Cavaliere del Lavoro ed ex Presidente ed Amministratore Delegato della Olivetti (1983-99). Dal 2006 ad oggi è anche Presidente del Gruppo Editoriale L'Espresso.
Fonda nel 1976 il gruppo CIR-COFIDE (Compagnie Industriali Riunite-Compagnia Finanziaria De Benedetti). Le attività più importanti del Gruppo sono:

  • Gruppo Editoriale L'Espresso SpA
  • Sogefi (componenti autoveicolictici)
  • Sorgenia (terzo operatore nel nuovo mercato libero dell'elettricità e del gas in Italia)
  • Holding Sanità e Servizi-HSS (gestisce ospedali, residenze per anziani, strutture psichiatriche e riabilitative)

giovedì 22 aprile 2010


Per chi scrive, per chi legge, per chi naviga...


"In questo angolo del mondo digitale, Signore,
ci sono centinaia di nomi,
appiccicati alle pareti di una casa
che esiste solo sullo schermo e nella mia fantasia.
Li chiamo "amici",
ma molti di loro li conosco poco,
altri solo di vista,
altri ancora sono poco più che volti
(a volte nemmeno quelli!)[...]
con qualcuno condivido molto,
con altri poco o nulla.
Alcuni li ho scelti.
Altri hanno scelto me.
E ora sono qui,
sulla mia home
come sorelle e fratelli,
posti sulla mia rotta virtuale.
Te li affido, Signore,
uno per uno.
Ti affido le loro speranze,
le loro paure,
i loro progetti di felicità.
Rendimi per loro
immagine -sia pur sbiadita!-
del tuo amore paziente e misericordioso.
Rendimi amico vero, pronto ad ascoltare,
a condividere, a esserci.
Rendimi apostolo,
capace di annunciare,
anche sul web
il tuo Vangelo di salvezza.
Ti ringrazio, Signore,
per questo spazio immenso,
per questa vita a colori,
per questi incontri che forse non sono così casuali.
Tuttavia, Signore,
ti chiedo di non lasciarmi affogare
in questo mare di finta compagnia:

risveglia in me il desiderio
di uscire là fuori,
di ascoltare voci reali,
di abbracciare persone autentiche
e stringere amicizie vere.

Amen."

di Patrizio Righiero

lunedì 19 aprile 2010

blog?
Dieci minuti ed è pronto.
Ha ragione il prof.
Certo. Tante piattaforme ti consentono di farne uno.
Ora hai il tuo bel modello davanti.
...ed ecco che viene il bello!
Cosa me ne faccio di un blog?
Condivisione e aggregazione, mi sento rispondere spesso.
Personalmente preferisco un caffè con gli amici.
blog?
Per me è una sfida.
Sfida alla mia ignoranza del web.
Sfida alla mia convinzione che condividere su internet sia superfluo.
blog?
Un'originale alternativa al libro di testo.