Copyright: è la legge sul diritto d'autore. Protegge dal plagio le opere creative letterarie, musicali, grafiche. Ciò che si tutela non è l'idea in sé di fornire un certo servizio o di realizzare una certa opera, ma il modo in cui essa si esprime, la sua forma di attuazione tangibile.
Anche i programmi per computer sono considerati al pari delle opere creative e protetti dalla stessa legge; l’art. 1 prevede, infatti, che “Sono protette ai sensi di questa legge le opere dell’ingegno di carattere creativo (...) qualunque ne sia il modo o la forma di espressione”. Il sito internet può essere definito come un luogo “virtuale” all’interno della quale possono essere inseriti i contenuti più diversi: siti informativi, in cui sono presenti principalmente testi, siti illustrativi, in cui vengono presentate anche fotografie, siti commerciali o di altro tipo. L’imitazione servile di una pagina web da parte di un concorrente può configurare un’ipotesi di concorrenza sleale.
Titolare dei diritti sull’opera è l'autore che, pertanto, è l'unico ad avere il diritto esclusivo di riproduzione, di esecuzione e di diffusione del prodotto del suo ingegno. Può eventualmente cedere l'opera, in tutto o in parte, ad altri facendosi ricompensare per questo.
La legge distingue tra:
- il diritto di utilizzazione economica che comprende il diritto alla riproduzione, alla modificazione, alla comunicazione al pubblico. Questo diritto è valido per tutta la vita dell'autore e sino al termine del settantesimo anno solare dopo la sua morte. Tale durata è indipendente dal fatto che i diritti vengano esercitati o meno.
- il diritto morale, cioè il diritto di rivendicare la paternità dell'opera, di opporsi a deformazioni e modificazioni, di ritiro dal commercio. E' un diritto che protegge la personalità dell'autore in quanto manifestata nella sua opera, di conseguenza si tratta di un diritto inalienabile e può essere esercitato dopo la morte dell'autore dai suoi discendenti senza limiti di tempo.
Per converso abbiamo il copyleft in cui tutti i diritti sono rivisti e corretti (all rights revised). Questo modello di gestione della proprietà intellettuale non nega il copyright nel suo significato morale, anzi su questo si basa. Il detentore del diritto d'autore proprio in virtù di questo diritto può scegliere di rendere la sua opera flessibile, cioè utilizzabile, modificabile, divulgabile da chiunque senza richiedere alcun pagamento.
Oggi il copyleft è diventata una vera e propria corrente di pensiero a cui fanno capo numerosi progetti. Tra i più famosi: Linux, OpenOffice, Wikipedia, Jamendo, flickr.
Nel giugno 2006 parte dalla Francia la prima denuncia per la violazione del copyright contro Google. Nel 2005 la multinazionale di Mountain View aveva avviato un progetto di immagazzinamento e diffusione di migliaia di libri di cui gli utenti avrebbero potuto fruire liberamente, "Google Ricerca Libri". La società, dopo aver pubblicato quanto riteneva opportuno, si impegnava a ritirare le opere delle case editrici contrarie al progetto. L'accusa del gruppo editoriale francese La Martiniere è di "contraffazione e attentato ai diritti della proprietà intellettuale" e chiede il risarcimento, oltre che per la pubblicazione illecita, per ciascun giorno di ritardo nel ritiro dei brani oggetto del contenzioso. Anche in Usa e Germania si sono verificati casi di questo tipo.
Si grida all'attentato alla proprietà intellettuale. Gli autori, le menti creative, soffrono a causa della deturpazione del frutto del loro ingegno. E' evidente, però, che il problema è di carattere economico. Le case editrici vedono sfumare gli introiti della vendita dei loro libri. Non siamo molto lontani dai fatti più recenti che hanno al centro il tema della gratuità si/no dei giornali online e recentemente dibattuto al Salone del libro di Torino. Pagare o non pagare l'opera dell'ingegno di un giornalista? Pagare il copia/incolla o solo le grandi firme? In Italia temo che pagheremo il copia/incolla; conseguenza della logica sottesa al giornale online di pubblicare tutto e subito. Chi è disposto a pagare si troverà davanti sempre le flash news e solo se avrà tempo si inoltrerà nella lettura dell'articolo d'opinione o dell'approfondimento; i giornalisti di una certa levatura, insomma, continueranno a rimanere nella nicchia, continueranno ad essere seguiti dai fedelissimi del quotidiano cartaceo. Chi non è disposto a pagare che si accontenti del quotidiano!
Non finiscono qui le disgrazie del colosso americano. Sono serviti 125 milioni di dollari e la creazione di un Book Rights Registry perchè Google potesse siglare l'accordo con l'Authors Guild e l'Associazione Americana Editori. Google può così incrementare il suo archivio di e-books e ottiene l'esclusiva per la digitalizzazione delle opere orfane (soggette al copyright, ma prive di un preciso detentore di tale diritto). Autori ed editori, invece, otterranno compensi derivanti dagli accessi, dalle sottoscrizioni e dalle eventuali vendite del materiale digitale. Si tratta dello stesso espediente adottato dalla multinazionale per invogliare sempre più siti web, anche di privati, ad ospitare la pubblicità sulle loro pagine. Gli investitori pubblicitari pagano per inserire i loro prodotti tramite il servizio di AdWords, e i siti aderenti al servizio di AdSense guadagnano per ogni click sulla finestra pubblicitaria.
L'accordo per il progetto "Google Ricerca Libri" non è stato ben accolto dalle società antitrust. Il Dipartimento di Giustizia Usa indaga.
fiore t 'uso' per divulgare il mio nuovo indirizzo: http://pisionline.blogspot.com/ mi raccomando aiutami a diventare famosa
RispondiEliminama come! perchè hai cambiato il blog?
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